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La parodontite è una malattia infiammatoria che colpisce i tessuti attorno al dente (tessuti parodontali), come la gengiva, l’osso ed il legamento parodontale, causandone una perdita progressiva. La specialità che si occupa della diagnosi e della cura di questa patologia è la parodontologia.
La distruzione del parodonto è irreversibile ma può essere bloccata ed in alcuni casi particolari interventi possono restaurare il tessuto perso. La gengivite precede la parodontite, ma diversamente da quest’ultima non è associata a nessuna perdita di tessuto ed è perciò completamente reversibile se adeguatamente trattata.

 

La parodontite può colpire soggetti di tutte le età, anche i bambini, ed è molto frequente negli adulti: ne soffre il 50% sopra i 35 anni e il 15% è colpito da una forma grave di malattie. Oltre i 65 anni ne soffre quasi il 70% degli italiani. Può avere una velocità di progressione più o meno rapida ed a seconda del grado di distruzione avvenuto può avere severità da lieve fino a grave (o severa). L’esito finale della parodontite è la perdita dei denti o anche di tutta la dentizione.

Eziologia e sintomatologia
La parodontite è una malattia ad eziologia batterica ed a patogenesi infiammatoria. È generata da batteri e si evidenzia con tutti i sintomi dell’infiammazione. Segno principale è il sanguinamento delle gengive, presente in un primo momento solo quando le gengive vengono stimolate, poi anche spontaneamente. Segni e sintomi secondari sono: alitosi, mobilità dentaria, ascesso parodontale, essudazione purulenta, recessione gengivale.

Fattori di rischio
Lo sviluppo della parodontite dipende da fattori legati al paziente (es. la suscettibilità genetica del paziente) e fattori ambientali (vale a dire fattori esterni, che si possono modificare). Tra questi ultimi, i più noti sono scarsa igiene oralefumo, diabete, stress, interventi odontoiatrici sbagliati. (www.gengive.org)

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